mercoledì 24 giugno 2009

Giovanni Lodovico


Carissima mamma di Nathan,
sono la mamma di Giovanni Lodovico, di Treviso.
Solo ieri sera ho visto che ha inserito nel blog dedicato al piccolo Nathan, l' articolo di quanto accaduto presso l' hotel Il Cardo; La ringrazio per lo spazio dedicatogli.
(........).... non ho ritirato nessuna denuncia, di fatto non era una denuncia ma era semplicemente un rendere noto un fatto accaduto che sottolinea l' ignoranza e l' insensibilità ancora esistente oggigiorno. I giornali hanno, ovviamente, pubblicato la notizia a modo loro tralasciando, a mio avviso, il senso vero delle mie parole.

Giovanni, che ha compiuto 13 mesi il 21 giugno, ha vissuto ottimamente per 8 mesi e mezzo. Solare, sereno e felice. Poi, dopo il sondino, è iniziato il decadimento. Il 25 febbraio ha avuto una forte broncopolmonite, con conseguente ricovero in Hospice a Padova; lì è rimasto per 15 gg, fino al suo volo, il 12 marzo, qualche ora prima di Giada. Nonostante si era ripreso anche dalla broncopolmonite, anche lì era sereno e felice, si programmava un possibile rientro a casa. Il 10 marzo ha avuto un' inalazione di saliva che non è riuscito a combattere. Dopo 36 ore di sedazione, ha lasciato la sua dimensione terrena.

Ora il vuoto è assoluto, il dolore devastante. La vita quotidiana va avanti, perchè così deve essere (abbiamo una figlia, Giulia, di 9 anni) ma la mia realtà si è fermata all' ultima volta che ho potuto tenerlo fra le mie braccia, mentre il suo corpo si raffreddava, sempre di più.

Abbiamo avuto la grande fortuna di conoscere, attraverso la Prof. Paola Drigo (persona meravigliosa, sia professionalmente sia umanamente), lo staff dell' Hospice Pediatrico di Padova in particolare la Dott.ssa Franca Benini (e comunque tutto il personale infermieristico e medico). Con loro abbiamo imparato a vivere al meglio possibile la vita con Giovanni, a focalizzare l' unica cosa importante: la qualità di vita di Giovanni. Fondamentale per noi era che nostro figlio fosse sereno, felice, amato, così è stato, seppur per breve tempo, ma intenso.

L' Hospice è diventato la ns famiglia, lì abbiamo vissuto gli ultimi 15 gg di Giovanni, tutti insieme, come una grande famiglia. Anche lì Giovanni era sereno. Lo spessore umano dello staff (e ovviamente professionale) non ha eguali.

Rivivrei tutto di Giovanni, pur conoscendo il dolore, ma il legame, l' amore per e di Giovanni, è stato unico ed irripetibile. Senza la cara Franca non saremmo riusciti ad affrontare questi mesi; ci siamo evoluti come persone e come coppia, Antonio ed io, Giulia è maturata tanto.

Non credo sia giusto giudicare le scelte dei genitori, ognuno di noi decide per la vita del proprio bimbo pensando al meglio possibile... La nostra scelta è stata nessun macchinario per Giovanni (se non ovviamente l' indispensabile finchè è stato bene).
L' obbiettivo è stato raggiunto: far vivere al meglio tutto il tempo che Giovanni aveva a disposizione.
Grazie per l' attenzione.
Monica

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